
L’iperattività che sta caratterizzando l’attuale esecutivo regionale, giunto ormai al crepuscolo serale, non mi meraviglia più di tanto. L’affannosa e frenetica attività di proclami certifica, qualora ve ne fosse bisogno, il totale fallimento dell’azione politico amministrativa di Pigliaru e della sua compagine (semi) accademica. Se un’amministrazione, di qualsiasi livello, ha governato bene e con coscienza, non ha certo bisogno del ricorso a continui spot elettorali, a pochi giorni dalle elezioni. I cittadini, in una democrazia compiuta come la nostra, grazie anche ai numerosi accessi mediatici oggi disponibili, sapranno valutare i risultati del governo regionale di centro sinistra. Non certo brillanti, almeno stando ai sondaggi. Ma di questo tratteremo più avanti. Il problema è che l’uso continuo di comunicati su finanziamenti di opere per i comuni, sulle centinaia (?) di posti di lavoro (precario) per i giovani, sui concorsi a Forestas, sulle nomine nella sanità, vanno a cozzare con la triste ed inesorabile realtà: la disoccupazione in continua crescita, la continuità territoriale inesistente (con Air Italy che lascerà l’Isola), il Banco di Sardegna totalmente scippato ai sardi, il prezzo del latte ovino che umilia i produttori, i trasporti interni da terzo mondo, l’industria che continua a produrre cassintegrati. L’elenco dei disastri è lungo e non può essere cancellato da qualche suggestivo, quanto surreale, annuncio. Chi ha governato in questo lustro la Sardegna, ne sono certo, verrà punito dagli elettori in modo impietoso.
g.f.