Il candidato presidente cattivo razzolatore

di Mario Guerrini.

Paolo Maninchedda, il candidato presidente cattivo razzolatore. Ha fondato, anni fa, il Partito dei Sardi e ne è il “ras” unico e indiscutibile. Ha un curioso posizionamento politico. Sta al governo nella Regione Sardegna, ma parla da oppositore. Il suo vizio è appunto entrare nella stanza dei bottoni, saziandosi dei vantaggi, ma agitandosi, ora soprattutto, come un oppositore. Senza alcun ritegno. Gli è piaciuto fare la stampella della politicamente famigerata (per i sardi) giunta Pigliaru. Non è riuscito però ad allearsi con il nuovo candidato presidente del centrosinistra, Massimo Zedda. Ed allora censura con aria candida la giunta uscente (Csx) nella cui maggioranza ancora milita. Un modo molto comodo di fare politica. Mi domando: nell’interesse di chi? Lui, Paolo Maninchedda, dice: dei Sardi. Io dico, invece: esclusivamente in nome suo. Per la Presidenza del prossimo governo regionale le sue possibilità sono pari a zero. Ma non quelle di poter essere nuovamente il soccorritore politico di una Giunta che ha bisogno dei suoi piccoli numeri per stare in piedi. E così potrà ancora gestire il potere e avere una visibilità altrimenti impossibile. Magari attraverso qualche suo fido collaboratore, possibilmente massone. Ora che è in cerca di voti, il buon Maninchedda afferma che la giunta Pigliaru ha fatto male. A cominciare dalla stolta riforma sanitaria. Ma stando al potere, cioè facendo il compagno di merende di Pigliaru, si è guardato bene dall’osteggiare l’evidente navigazione sbagliata del governo sardo. Meglio tacere. Far finta di nulla e sedersi al tavolo per un bel pezzo di torta. 

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