Il “De profundis” non annunciato

L’attesa era tanta. Il fatidico 4 maggio avrebbe dovuto rappresentare la data della ripartenza. Del rilancio del lavoro e di una vita sociale quasi normale. Niente di tutto questo. Poche e limitate aperture per alcuni settori. Il cuore dell’economia sarda resta colpito. Il turismo, settore trainante della Sardegna con il suo 10% del Pil, resta fermo. Trentamila posti di lavoro cancellati. Un numero imprecisato di prenotazioni annullate. Una vera ecatombe. Al disastro di questo comparto si aggiunge quello dell’agricoltura, che da sempre ruota intorno al turismo. Famiglie intere rischiano di finire sul lastrico. Occorreva un’azione più incisiva e coraggiosa da parte del Governo. Che non c’è stata. Anche i vescovi hanno perso la pazienza. Forse, i presidenti delle regioni potranno adottare misure alternative. In questo momento, sarebbe l’unica soluzione.

g.f.

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