L’evento storico forse più straordinario della storia sarda, a causa dell’emergenza Covid-19, sarà celebrato in forma ridotta. Quasi silente. Ma non per questo bisogna dimenticare l’importanza e l’attualità dell’avvenimento. Il 28 aprile 1794 la Sardegna insorge contro gli ingrati Piemontesi. La storia di quelle giornate ci ricorda due episodi rilevanti: a La Maddalena un giovane ufficiale francese, di nome Napoleone Bonaparte, guida la sua flotta nel tentativo di conquistare l’isola. Viene respinto e ricacciato in Francia. Analoga vicenda si svolse a Carloforte e Cagliari. I francesi furono fronteggiati e battuti. I sardi, dunque, difesero il governo sabaudo che amministrava la nostra Isola. I francesi, infatti, avevano dichiarato la guerra contro il Piemonte e i sardi, fieri e leali, si opposero a tale tentativo di invasione. Riconoscenza da parte del governo centrale? Zero. Anzi, in tutta risposta, il vicere’ ordino’ l’arresto di due capipopolo: gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor, accusati di cospirazione. La reazione sarda scattò all’istante e, nel contempo, una rivolta contro lo stesso vicerè e i suoi funzionari, che furono imbarcati e rispediti a casa. La Sardegna diventò, così, il primo paese europeo a promuovere una propria rivoluzione seguendo l’esempio francese. In realtà, il malcontento verso il governo sabaudo montava da tempo. Si chiedeva maggiore autonomia ed un equa rappresentanza fra la alte cariche regionali. A quanto pare la storia si ripete. Anche oggi subiamo un Governo insensibile e lontano dalle nostre richieste. Le ragioni legate alla nostra insularità, risultano regolarmente calpestate. Manca la rivolta.
g.f.