Benedetta acqua

Una manna dal cielo: l’acqua. Che ancora non basta. Agricoltori, allevatori, acquacoltori, pescatori, hanno supplicato il buon Dio che facesse piovere sulle nostre aride terre. Le discrete piogge degli ultimi dieci giorni hanno momentaneamente rinviato le ristrettezze idriche paventate e che erano già pianificate da parte degli organi preposti. L’argomento siccità stuzzica la memoria di chi, al riguardo, si era impegnato per contribuire a risolvere questo tema. Partiamo da un’assioma: l’acqua in Sardegna c’è. Bisogna capire come conservarla. Ergo, per farla breve, servirebbero altri pochi invasi. Agli inizi del duemila la Regione aveva programmato di realizzarne almeno tre, uno dei quali in località “Abba Lughente”, a monte dell’attuale lago di “Maccheronis”. Stiamo parlando di uno dei bacini idrografici più importanti della Sardegna. Sono sufficienti poche giornate di rovesci intensi che la diga si riempie. Una diga che “accontenta” le comunità che vanno da Torpè sino a Monte Petrosu, in comune di San Teodoro. Estate compresa. L’opera, come detto, prevista e finanziata oltre vent’anni fa e cancellata da una sciagurata scelta del presidente della Regione, con la complicità di qualche sindaco con la benda, sarebbe stata sicuramente già completata e resa disponibile. E oggi non si parlerebbe più di siccità in un’ampia fetta del settore della Sardegna nord orientale. Ora, con il fuoco ai piedi, si leva la protesta da parte di amministratori del territorio: “Serve un’altra diga ad “Abba Lughente”! A questi signori, degni di un’operetta, servirebbe solo un po’ più di cultura e di memoria.

g.f.

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