Il consenso ai partiti

L’Istituto Demopolis, che ritengo fra i più affidabili del settore, ha divulgato ieri i risultati dei sondaggi relativi all’orientamento politico degli italiani. La Lega otterrebbe oggi il 31,8%, il Movimento 5 Stelle il 27,5%. La partita delle primarie sembra intanto penalizzare il PD, che perde oltre un punto, attestandosi al 16,5%; Forza Italia è all’8,8%; Fratelli d’Italia al 3,2%. Tra il 2 e il 3% Più Europa, la sinistra di LeU e Potere al Popolo; sotto il 2% le altre liste minori. Cala ancora l’affluenza, stimata oggi al 66%. Se si votasse per le politiche, secondo questi nuovi dati, un elettore su tre resterebbe a casa. Il sondaggio, ovviamente, ha una valenza nazionale. Tra un mese esatto si vota nel collegio cagliaritano per eleggere il deputato che sostituirà il dimissionario Andrea Mura. Si votano, però, le coalizioni e non i singoli partiti. Ergo, stando a questi sondaggi, il centrodestra (Lega + F.I. + FdI) dovrebbe raccogliere il 43,8%, il centrosinistra (PD + alleati) poco più del 20% e M5S il 27,5%. Questi dati, tuttavia, almeno per la Sardegna, sono molto approssimativi. Cosa faranno i partiti/movimenti di ispirazione autonomista ed indipendentista? I voti del P.S.d’Az. (assente nel sondaggio nazionale) saranno decisivi per far pendere la bilancia a favore del centro destra? E gli indecisi? E gli scontenti delle candidature proposte? L’esito delle “suppletive” è quanto mai incerto. E reputo, almeno al momento, ancora più incerto il risultato finale delle regionali del 24 febbraio.

g.f.

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