“Il canto del cigno della Giunta”.

di Mario Guerrini.

Dicono i napoletani: “Ca’ nisciuno è fesso”. Quelle che sembravano malevoli illazioni nei miei “osservatori” si sono puntualmente rivelate fondate supposizioni. L’inusuale attivismo della giunta regionale sarda alla scadenza del suo mandato, dopo anni di colpevole lassismo, ha trovato riscontro nella presentazione delle liste per le elezioni del 24 febbraio. Cito solo alcuni casi per non annoiare più di tanto. Alcuni assessori sono stati premiati con un biglietto per concorrere alla lotteria elettorale. Il caso più emblematico è quello dell’assessore alla sanità Arru. E’ stato il portacolori del malcontento per la sua sciagurata riforma sanitaria. Ed, infatti, neanche i PD lo volevano. C’è stata una lotta intestina senza esclusione di colpi. E’ dovuto scendere in campo addirittura Renzi. Alla fine Arru, visto come il fumo negli occhi, è stato candidato. Poi si presenta persino l’assessore alla cultura (!?) Giuseppe Dessena, con LEU a Nuoro. E chiudo con il peggio, cioè il presidente uscente Pigliaru. Ormai si parla di lui come di un sicuro candidato dei democratici alle europee di maggio. La marmellata della politica gli è piaciuta tanto che l’idea di tornare a fare il professore universitario lo atterrisce. Ne convengo. 

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