PD in stato confusionale

Evidentemente, non è stato sufficiente il recente congresso nazionale per rimettere in sesto le sorti del PD. Vittoria schiacciante di Zingaretti, ma poche e incerte novità all’orizzonte. Il segretario non riesce neanche a trovare forza e piglio per sviluppare una decente e credibile opposizione al governo. In questo momento, dal punto di vista mediatico, la Lega e il M5S occupano tutti gli spazi. Il PD appare spento e senza verve. Per le elezioni europee non c’è stata nessuna svolta in chiave di rinnovamento. I volti, almeno dei capilista, sono i soliti noti. Zingaretti ha tentato di fare l’equilibrista nelle scelte, ma spostando il baricentro del partito a sinistra. Con i “renziani” di ferro pronti a non votare PD, per non favorire l’attuale segretario e la ditta che affossò Matteo. In Sardegna la confusione non è da meno. Il neo eletto capogruppo in Consiglio Regionale, Gianfranco Ganau, è contestato dal votatissimo consigliere dello stesso partito, Giuseppe Meloni: “Con questa scelta non si favorisce il rinnovamento” , ha dichiarato l’esponente gallurese nel suo profilo Facebook. La candidatura del sindaco di Nuoro alle europee con il PD ha suscitato ilarità e polemiche fra gli stessi iscritti. Per le prossime comunali, mentre a Cagliari si va verso le primarie per la scelta del sindaco, a Sassari si impone il candidato. Due pesi e due misure. La verità è che questo partito ha completamente smarrito la propria identità. Da partito di massa, a consorteria di borghesi ed industriali. Da difensori dei poveri e dei disoccupati, a sostenitori di  lobbies. Poche idee e ancor meno programmi, nel partito degli eredi di Gramsci e Berlinguer. Contenti loro…

g.f.

1 pensiero su “PD in stato confusionale

  1. Divergenze parallele. Chi mai avrebbe pensato che i compagni del Pci, dopo una vita passata a ricevere fondi sovietici per finanziare in Italia il lecito e l’illecito, modificando l’acronimo ( diventato PD) avrebbero cambiato anche il rapporto di fede che li legava al loro benefattore? Me lo chiedo perché avendo incontrato un vecchio amico, ex DC ma ora PD, ho notato come la critica verso la parte “nemica” indulga sul rapporto – ancora da provare in sede giudiziaria – della Lega con la Russia. La vicenda, nota, non merita altri commenti, ma a rendere più paradossali le giustificazioni sulla bontà della politica degli eredi del PCI, cito la vulgata sugli extracomunitari che continuano ad essere, secondo la sinistra italiana, il motore trainante dell’economia Veneta,Lombarda e Piemontese. Lo straripante numero di “migranti” che sostano per la questua quotidiana davanti alle chiese, bar, negozi e ristoranti non fa statistica perché è più qualificante citare quelle migliaia di “integrati” provenienti dai più disparati paesi extracomunitari che da un ventennio vivono in Italia ed hanno trovato un lavoro. Raramente in qualità di tecnico, più frequentemente in qualità di manovalanza generica ma guai a parlare di un loro censimento– ad uso statistico – a scanso di accuse di razzismo. Senza contare tuttavia, che un buon migrante non autorizza ad importarne un altro milione. La certezza ad uso della vulgata popolare regge, anche per quei minori mai più ritrovati sul suolo nazionale perché, si teme, dai loro corpi destinati all’incenerimento sarebbero stati espiantati organi vitali per un successivo trapianto. Tutto questo per dichiarare “doverosa” la visita di Delrio e C. a bordo della nave della Rackete. La richiesta del motivo di questo “dovere”, neanche a dirlo, è priva di risposta esaustiva. Non esiste ragione morale ( perché solo noi e nessun altro?) , nessuna politica ( perché “sottrarre alle autorità libiche migranti che abbandonano il loro suolo?) né legittima ( quale legge superiore che non sia un generico dovere al salvataggio in mare, obbliga l’Italia e solo l’Italia ad intervenire?), e men che meno giustificabile sotto il profilo istituzionale ( perché disattendere una legge dello Stato utilizzando l’impunità parlamentare?). Resta pertanto solo la scusa ideologica, la stessa che ha fatto terra bruciata in Italia negli ultimi 40 anni di governi misti di centro sinistra e che continua a farne, in un’orgia di autolesionismo che ha isolato l’Italia più di quanto non lo facciano oggi le burberate di Salvini. E’ da tempo infatti che siamo stati “ricollocati” strategicamente in coda alla classifica, l’attuale governo semmai potrebbe confermare la posizione voluta dall’Europa. Ogni giustificazione porta lontano dal “welfare” al quale la classe politica vota la maggior parte dei suoi discorsi. Scomparsi, per pietà di statistica, i milioni di Italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà, evaporati i disoccupati che potrebbero fare gli stessi lavori dei migranti ma nessuno li chiama perché non fa “trend” buonista mentre i laureati con master staccano biglietti per l’estero. La dichiarata svolta politica sbandierata dalla sinistra si è risolta in uno stanco e impercettibile avvicendamento nelle stanze del potere, usando la vita umana come moneta valida su tutti i mercati, anche quello religioso. L’ideologia conferma le allegorie di Goya “ Il sonno della ragione genera mostri”. Chiedere consensi per operare in favore di politiche in aperto contrasto con le esigenze e le leggi nazionali non è serio né eticamente sostenibile.
    ( Franco Ruiu)

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