Aurora aurum in ore habet

Un passo dal baratro. A questo è arrivato il Governo, prima di lunedì, giorno in cui il premier Conte ha rilasciato una laconica conferenza stampa. Forse costretto da Mattarella. Sta di fatto che la crisi politica, che aleggiava pesantemente, è stata scongiurata. Almeno per ora. Quanto durerà la tregua? Difficile affermarlo con certezza. D’altronde, tanti opinionisti prevedano, o auspicavano, la fine dell’esecutivo Conte subito dopo l’esito delle elezioni europee. Così non è stato. Perché i pronostici in politica sono fatti per essere puntualmente smentiti. La crisi, in vero, non è ancora del tutto sventata. Ma prevalgono i segnali per andare avanti. Sopratutto da parte di Di Maio, che ha telefonato per primo a Salvini, dopo settimane di tormenti. “Sediamoci ad un tavolo e rinfreschiamo l’accordo”, sarebbe la sintesi della chiacchierata. Ma se di sintesi si vuole parlare, allora spunta una novità indiscutibile. Si sono sovvertiti i pesi delle due forze politiche di governo. D’ora in poi, sarà Matteo Salvini a dettare le regole. Con alcune priorità: sospensione del Codice degli appalti, completamento della TAV e autonomia per le regioni del Nord. Senza trascurare, ovviamente, il controllo sui migranti. Nel frattempo, l’UE sta per avviare la procedura d’infrazione verso l’Italia per deficit eccessivo. Sarebbe la prima volta nella storia dell’Euro. Quasi un affronto. Vedremo le reazioni. Intanto, si devono nominare un ministro e un paio di sottosegretari. La speranza è che, dopo l’addio di Paolo Savona, la Sardegna sia rappresentata nella squadra di Governo. Perché no?

g.f.

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