Strage di Bologna e Nughedu S. Nicolo’

Quanti ricordano la strage alla stazione ferroviaria di Bologna Centrale? Erano le 10.25 del 2 agosto del 1985. Questo atto terroristico, che causò la morte di ottantacinque persone ed oltre duecento feriti, è considerato il più grave attentato commesso in Italia nel secondo dopoguerra. Parlare di uno dei tanti misteri italiani è riduttivo. Ancora oggi l’eccidio è avvolto da zone d’ombra e da tanti misteri. Tralasciando le vicende giudiziarie, caratterizzate da depistaggi e disinformazione, fra le vittime risultavano anche Maria Fresu, originaria di Nughedu San Nicolò, con la figlioletta Angela di tre anni. Insieme a loro due amiche: Silvana Ancillotti (che si salvò) e Verdiana Bivona. Andavano tutt’e quattro in gita al Lago di Garda. Dopo l’esplosione il corpo di Maria non fu ritrovato. Si pensò che fosse completamente dilaniato. I suoi resti riapparvero, invece, misteriosamente dopo alcuni mesi, sotto un treno diretto per la Svizzera. Come se qualcuno li avesse collocati in quel punto. Ma qui sorgono i dubbi. In un verbale d’interrogatorio redatto da un funzionario della Polfer, Silvana Ancillotti spiega che Maria, sua figlia Angela e Verdiana, al momento del botto erano tutte e tre vicinissime a lei. Le quattro donne sostavano nella sala d’attesa, lontane dall’area di scoppio ritenuta mortale per gli effetti della detonazione. Sempre secondo la testimonianza di Silvana Ancillotti, Maria non si sarebbe mai allontanata dalla figlia, nemmeno per andare in bagno. Allora, perché i corpi di Angela e Verdiana non si sono disintegrati come quello di Maria e, addirittura Silvana si salva? Come mai alcuni effetti personali di Maria, come la carta d’identità, una valigia ed una giacchetta sono stati rinvenuti intatti, a differenza del corpo della povera vittima? È assodato che quando si verifica un’esplosione le parti del corpo si trovano sempre, anche nel caso che l’ordigno si trovi a contatto con una persona. Basti pensare agli attuali kamikaze: è dimostrato che la loro struttura fisica non si disintegra del tutto, ma qualcosa si trova sempre, specialmente le parti “pesanti” come il tronco o il cranio, anche se mutilati. Un vero arcano, dunque, l’eventuale spostamento del cadavere di Maria. Per quale oscura ragione? Non a caso lo scorso mese di marzo è stata disposta la riesumazione della salma. Qualche giorno fa i periti hanno stabilito che l’esplosione alla stazione non può aver dilaniato il corpo della donna nughedese. Una verità ancora tutta da scoprire.

g.f.

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