di Franco Ruiu
Chi mai
avrebbe pensato che i compagni del Pci, dopo una vita passata a ricevere fondi
sovietici per finanziare in Italia il lecito e l’illecito, modificando
l’acronimo ( diventato PD) avrebbero cambiato anche il rapporto di fede che li
legava al loro benefattore? Me lo chiedo perché avendo incontrato un vecchio
amico, ex DC ma ora PD, ho notato come la critica verso la parte “nemica”
indulga sul rapporto – ancora da provare in sede giudiziaria – della Lega con
la Russia. La vicenda, nota, non merita altri commenti, ma a rendere più
paradossali le giustificazioni sulla bontà della politica degli eredi del PCI,
cito la vulgata sugli extracomunitari che continuano ad essere, secondo la
sinistra italiana, il motore trainante dell’economia Veneta,Lombarda e
Piemontese. Lo straripante numero di “migranti” che sostano per la questua
quotidiana davanti alle chiese, bar, negozi e ristoranti non fa statistica
perché è più qualificante citare quelle migliaia di “integrati” provenienti dai
più disparati paesi extracomunitari che da un ventennio vivono in Italia ed
hanno trovato un lavoro. Raramente in qualità di tecnico, più frequentemente in
qualità di manovalanza generica ma guai a parlare di un loro censimento – ad
uso statistico – a scanso di accuse di razzismo. Senza contare tuttavia, che un
buon migrante non autorizza ad importarne un altro milione. La certezza ad uso
della vulgata popolare regge, anche per quei minori mai più ritrovati sul suolo
nazionale perché, si teme, dai loro corpi destinati all’incenerimento sarebbero
stati espiantati organi vitali per un successivo trapianto. Tutto questo per
dichiarare “doverosa” la visita di Delrio e C. a bordo della nave della
Rackete. La richiesta del motivo di questo “dovere”, neanche a dirlo, è priva
di risposta esaustiva. Non esiste ragione morale ( perché solo noi e nessun
altro?) , nessuna politica ( perché “sottrarre alle autorità libiche migranti
che abbandonano il loro suolo?) né legittima ( quale legge superiore che non
sia un generico dovere al salvataggio in mare, obbliga l’Italia e solo l’Italia
ad intervenire?), e men che meno giustificabile sotto il profilo istituzionale
( perché disattendere una legge dello Stato utilizzando l’impunità
parlamentare?). Resta pertanto solo la scusa ideologica, la stessa che ha fatto
terra bruciata in Italia negli ultimi 40 anni di governi misti di centro
sinistra e che continua a farne, in un’orgia di autolesionismo che ha isolato
l’Italia più di quanto non lo facciano oggi le burberate di Salvini. E’ da
tempo, infatti, che siamo stati “ricollocati” strategicamente in coda alla
classifica, l’attuale governo semmai potrebbe confermare la posizione voluta
dall’Europa. Ogni giustificazione porta lontano dal “welfare” al quale la
classe politica vota la maggior parte dei suoi discorsi. Scomparsi, per pietà
di statistica, i milioni di Italiani che vivono al di sotto della soglia di
povertà, evaporati i disoccupati che potrebbero fare gli stessi lavori dei
migranti ma nessuno li chiama perché non fa “trend” buonista mentre i laureati
con master staccano biglietti per l’estero. La dichiarata svolta politica
sbandierata dalla sinistra si è risolta in uno stanco e impercettibile
avvicendamento nelle stanze del potere, usando la vita umana come moneta valida
su tutti i mercati, anche quello religioso. L’ideologia conferma le allegorie
di Goya “ Il sonno della ragione genera mostri”. Chiedere consensi per operare
in favore di politiche in aperto contrasto con le esigenze e le leggi nazionali
non è serio né eticamente sostenibile.