Regeni e gli altri

Il dibattito politico cagliaritano di questi giorni si riaccende sul caso Regeni. Tutto nasce a seguito della rimozione dello striscione per Giulio Regeni, dalla finestra del Comune di Cagliari, dopo il cambio della guardia in Palazzo Bacaredda. L’eliminazione dello striscione è stata una decisione giusta o sbagliata? Sicuramente giusta. Ma i consiglieri di opposizione di centrosinistra non la pensano allo stesso modo. Ed ecco che, alla seconda seduta del consiglio comunale, si sono presentati in aula con la maglietta gialla dedicata proprio al ricercatore ucciso in circostanze misteriose in Egitto. L’iniziativa è stata promossa dalla consigliera comunale Camilla Soru, del Pd. E la t-shirt è stata poggiata anche sui banchi dei consiglieri di maggioranza e della giunta. Qualcuno, compreso il sindaco Paolo Truzzu, l’ha anche indossata. E la storia, probabilmente, finisce qui. Rimane lo sconcerto per l’insistenza con la quale una certa sinistra continua ad evocare la morte del ricercatore triestino. Che, ovviamente, era di sinistra. Ma se quella di Regeni è una vicenda ancora tutta da chiarire, perché non si ricordano altri italiani, scomparsi altrettanto misteriosamente? Delitti impuniti riguardano Raffaella Becagli, Elena Vecoli, Mario Biondo, Massimiliano Rossi, Sergio Mazza, Sebastiano Magnanini, Adriano Casiraghi. Solo per citarne alcuni. E i rispettivi familiari attendono ancora risposte. Eppure di loro si parla poco. Forse, perché non erano sufficientemente di sinistra?

g.f.

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