Latte e paure

La guerra del latte è ricominciata. L’assemblea di oggi a Tramatza, indetta dai pastori, è stata interlocutoria. Come tante altre, del resto. Nonostante la presenza rassicurante della Regione, nella persona dell’assessore competente, lo scetticismo prevale. E il tempo stringe. Un altro paio di mesi, o poco più, e gli allevatori dovranno versare il latte. Almeno quelli che intendono ancora farlo. E si, perché cresce, di giorno in giorno, il numero dei produttori che non intende più conferire quello che un tempo, per la Sardegna, era l”oro bianco”. Molti realizzeranno formaggio, cercando di piazzarlo qua e là al prezzo migliore. Ma uno degli aspetti maggiormente preoccupanti, di questo periodo, riguarda l’aumento della vendita delle greggi. E’ sufficiente dare una scorsa ai siti “compro/vendo” per scoprire che tantissimi allevatori hanno messo in vendita il proprio bestiame. Anche su Facebook! E spesso a prezzi stracciati. Quasi come una liberazione. Per fare cosa, poi? Semplice. Meglio affidarsi ad un lavoro più stabile (possibilmente pubblico) e lasciare ad altri le incombenze della campagna. Perché è davvero impossibile tenere in piedi un allevamento ovino, il cui latte viene acquistato a meno di un euro. I conti non possono tornare. Non si tratta di un semplice grido d’allarme. E’ in gioco il futuro della Sardegna.

g.f.

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