Vincenzo Soro

Ad Ozieri, quasi alla fine di via Umberto I, sulla sinistra, si estende largo prof. Soro. Molti si chiedono: chi era questo personaggio al quale è stata dedicata una via? Uno dei pochi che ha tratteggiato il profilo di Vincenzo Soro è stato il pattadese Francesco Amadu, compianto sacerdote, storico ed illuminato intellettuale. In realtà, la biografia di Soro è tanto sconosciuta, quanto affascinante. Le sue ceneri riposano nel cimitero ozierese, ma pochi lo ricordano passeggiare per le vie cittadine. Quasi sempre, con un libro in mano. “Vincenzino era un poeta”, affermano alcuni anziani. Ma non è certo tutto. Mons. Amadu lo ha definito insigne studioso, filosofo e critico letterario. In Sardegna ha riservato gran parte dei suoi studi a Sebastiano Satta, dedicandogli numerose recensioni. Ma è a Roma che Soro si è fatto apprezzare. Soprattutto, per i suoi stretti rapporti di collaborazione con Gabriele D’Annunzio e con la Massoneria. Fu, infatti, un autorevole rappresentante dell’Ordine Martinista. E sempre a lui è stata attribuita la guida, a soli 26 anni, all’interno dell’Ordine, di una corrente chiamata “Chiesa Gnostica”. Non a caso fu l’estensore del documento che sanciva una scissione in seno allo stesso Ordine, che da Palazzo Giustiniani trasferì la sede a Piazza del Gesù. Sicuramente, ebbe un rapporto tribolato fra le sue convinzioni giovanili ed il rapporto con Dio e la religione cattolica. Di fatto, alla fine della sua vita nel 1946, a soli 51 anni, si era convertito, dopo una vita, seppur breve, caratterizzata da intensi studi e travagli intimi. La sua memoria e la sua produzione letteraria meriterebbero ben altra considerazione.

g.f.

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