In pochi avrebbero scommesso sul futuro politico di Giuseppe Conte. Belloccio, elegante, non certo un nome di spicco dell’avvocatura nazionale, è diventato Presidente del Consiglio dei Ministri quasi per caso. Ai cinquestellini interessava creare un governo, pur di esserci. Matteo Salvini aveva l’obiettivo di occupare un ruolo di primo piano, al fine di fagocitare l’intero centrodestra. All’avvocato fiorentino, dunque, almeno inizialmente, era stata assegnata una parte di secondo piano. Pur essendo capo del Governo! Ma era fin troppo evidente che le decisioni più importanti scaturivano dal confronto fra il duo Di Maio-Salvini. Poi, c’è stato il ribaltone e le vicende politiche nazionali hanno assunto una piega diversa. E Conte, che stupido non è, ha imparato in fretta i giochini di palazzo. Adesso, a quanto pare, c’ha preso pure gusto. Si è calato benissimo nella parte ed è diventato un vero leader. Sdoganato finanche dagli esponenti più autorevoli dell’UE. Mercoledì scorso è tornato nella nostra terra. Sicuramente gradito ospite, ma non più come docente di Diritto. Ora, esattamente come hanno fatto i suoi predecessori, giocherella con i sentimenti e con le legittime aspettative del popolo sardo. Ma come, prima incontra le maggiori cariche istituzionali regionali, dispensando a mani larghe promesse solenni per il rilancio dell’Isola e, poi, al rientro a Roma, ci tira lo scherzetto del ricorso sulle entrate? C’è chi si meraviglia. Ma è un film già visto. Niente di nuovo sul fronte politico.
g.f.