Luigi Di Maio fa festa in Cina. La nuova “Via della Seta” prende forma. Il Ministro degli Esteri ostenta certezze e parla di grandi vantaggi per la promozione del Made in Italy. In realtà, la “Belt and Road Initiative”, come è più nota, rappresenta un megaprogetto di infrastrutture per connettere Asia ed Europa, passando dall’Africa. Sarebbero previsti cantieri per centinaia di miliardi di euro per lastricare il percorso, con linee ferroviarie, autostrade, centrali elettriche, porti e aeroporti. Ergo, l’Italia è fuori dai grandi investimenti. Oscurata da altri interessi. Rimane solo l’export. Sopratutto di prodotti agroalimentari. Ma Di Maio non ammette di raccogliere le briciole. Anzi, annuncia l’accordo tra il Porto di Trieste e CCCC, colosso cinese delle costruzioni. Con un occhio anche verso il porto di Taranto. E il Porto Canale di Cagliari? Fuori da ogni programmazione. Eppure, nei piani del Governo della Cina si prevedono collaborazioni con quasi tutti i porti industriali del Mediterraneo. Un corridoio marittimo straordinario che ci passa sotto il naso. La Sardegna fuori dai giochi. I parlamentari sardi del M5S cosa dicono al riguardo? Sarebbe interessante capirlo.