Agire sul costruito, tra demolizione e mitigazione

di Mara LADU*

Il tema del riuso e della rigenerazione della città esistente è da tempo al centro del dibattito politico e delle più illuminate agende di governo che intendono garantire una gestione sostenibile del territorio. Esso attraversa più scale di intervento, da quella architettonica a quella urbanistica, intersecandosi con realtà complesse in termini fisici e valoriali, per le quali si richiede l’adozione di precisi approcci, strumenti e politiche. La necessità di riportare a nuova vita il patrimonio costruito esistente anima il dibattito sul rapporto tra conservazione e trasformazione, che oggi deve essere inscritto all’interno di una più complessa strategia di sviluppo sostenibile ed economia circolare. Questo, porta a considerare le opportunità generabili non soltanto dalle pratiche di conservazione, ma anche dagli interventi di demolizione delle costruzioni incoerenti con i caratteri del paesaggio, oltre che poco efficienti dal punto di vista energetico. In questo senso, appare significativo, ed in controtendenza rispetto al contesto italiano, il “Bando Distruzione” (2018), promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo per finanziare interventi di riqualificazione e mitigazione ambientale, capaci di apportare un sensibile miglioramento del contesto paesaggistico della provincia di Cuneo. A fronte di un budget complessivo di 400.000 euro, destinati a finanziare ciascuna proposta fino a un massimo di 50.000 mila euro (l’80% del costo complessivo dell’iniziativa), il bando ha accolto interventi di «demolizione, mitigazione ed eliminazione delle incoerenze», alcuni dei quali hanno fatto ricorso a forme d’arte per contrastare le deturpazioni e per innescare processi di coinvolgimento della comunità. Il bando ha riguardato prevalentemente la “componente pubblica” della città costruita (non erano ammessi interventi su beni di proprietà di privati). A beneficiare dei contributi sono state le proposte di interventi di demolizione di edifici e manufatti esistenti incoerenti con il paesaggio circostante, che in alcuni casi hanno permesso di restituire alla città nuovi spazi pubblici (Comune di Cavallermaggiore), ma anche progetti di mitigazione di opere di cemento armato nei centri storici, tra cui alcuni muri di contenimento, attraverso l’uso di materiali più coerenti e il ricorso a installazioni artistiche in ampie superfici (Comune di Santa Vittoria d’Alba). La volontà di riportare arte e creatività in città, nel rispetto del paradigma della sostenibilità, caratterizza altre interessanti esperienze italiane. Veronica De Angelis, giovane imprenditrice edile romana, sposa l’idea secondo la quale l’arte può rappresentare un importante strumento di costruzione e di rigenerazione dello spazio sociale e urbano. Scegliendo di investire in prima persona sulla sostenibilità, dal 2018 è impegnata nell’associazione “Yourban 2030”, per rafforzare il legame tra il mondo imprenditoriale ed il mondo artistico con iniziative all’insegna del connubio tra ecosostenibilità, creatività, arte. Tra queste, la più significativa è certamente “Hunting Pollution”, il più grande murales green d’Europa realizzato dallo street artist Federico Massa, in arte Iena Cruz, sulla facciata di un palazzo romano tutt’altro che cieca. L’artista ha utilizzato pitture ecosostenibili capaci di assorbire gli agenti inquinanti e, dunque, purificare l’aria, migliorando la qualità della vita dell’ambiente urbano. Il principio ispiratore? Portare il bello e l’arte nell’edilizia e negli ambienti di vita contemporanei, perché, parafrasando la celebre frase di F. Dostoevskij, “la bellezza salverà il mondo”.

Mara Ladu è architetto e dottore di ricerca. Nel 2014 consegue la Laurea Magistrale in Architettura presso l’Università degli studi di Cagliari e nel 2019 il titolo di Dottore di Ricerca in Ingegneria Civile e Architettura con una tesi dal titolo “Rigenerazione del paesaggio urbano. Politiche, strumenti e pratiche di intervento sul patrimonio costruito storico”. Dal 2015 è abilitata all’esercizio della professione di Architetto e iscritta all’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Cagliari. Nel luglio del 2018 ha contribuito a fondare l’Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti – Sezione di Cagliari (A.I.D.I.A. Sezione di Cagliari), entrando a far parte del Consiglio Direttivo. È autore di pubblicazioni scientifiche. Ha presentato il proprio contributo durante conferenze e convegni nazionali e internazionali. La sua attività di ricerca e professionale ha come principale focus la pianificazione e la progettazione urbanistica, con particolare riferimento a politiche, strumenti e pratiche di intervento per la rigenerazione e lo sviluppo sostenibile di città e territori.

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