Porto Canale, ultima chiamata

Venerdì scorso, è stato pubblicato sulle Gazzette di competenza il bando internazionale per l’affidamento in gestione del Porto Canale di Cagliari. Una delle più importanti infrastrutture della Sardegna. Un patrimonio di 1.600 metri di banchina, con un fondale di 16 metri, e quasi 400 mila metri quadri di piazzale. Un indotto rilevante che però, negli ultimi anni, si è quasi dissolto. Niente più commesse. E i traffici commerciali nel Mediterraneo dirottati verso altri scali. Gli operai sono quasi tutti in cassa integrazione. Sino ad ottobre del prossimo anno. Le opportunità per un concreto rilancio del porto non mancano. Oggi, ci sarebbero dei vantaggi per l’eventuale nuovo soggetto gestore: il collegamento alla ZES (Zona Economica Speciale) e la Zona Franca Doganale. Due formule che consentono sgravi ed incentivi fiscali per le imprese. Già in vigore in altre parti d’Italia e del mondo. Ma, nella nostra Isola, ancora del tutto, o quasi, inapplicate. Le speranze dei lavoratori e di un’economia a forte impatto sono racchiuse in questa nuova iniziativa. La ripresa commerciale della Sardegna passa anche di qua. In attesa della Zona Franca….

g.f.

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