Il male oscuro del PD

di Franco RUIU*

Negli ultimi anni, avendo preferito l’arte del fare a quella del dire, ho imparato a diffidare di chi impegna le sue forze per mettersi “contro” il nemico che si è costruito. In democrazia questa posizione non dovrebbe esistere in quanto teatro del dialogo e della mediazione, salvo che non riemergano pulsioni figlie del male oscuro del “continuismo”, votato alla realizzazione delle teorie gramsciane, eticamente comuniste, di realizzare una dirigenza egemone. Cioè l’esatto opposto dell’articolazione democratica. Definirsi “contro il fascismo” come recitano i cartelli odierni, diventa sinonimo di “ pro dirigenza egemonica” rimandando alle piazze narcotizzare il compito di preparare il terreno servendosi di alter ego confusi ma addomesticati, inneggianti un “bella ciao” come surrogato di idee nuove e moderne, slegate dalla mitologia di epopee di violenza e di morte. Purtroppo l’essersi prestati a disinvolte operazioni trasformistiche, che non hanno dato udienza alle professioni di coerenza di movimenti spontanei, nati per accogliere voti anti PD ma alla fine benedicenti l’alleanza con gli stessi, ha creato il caos. Fibrillazioni e marasma sono il pane quotidiano per un governo che indugia in vani conati nel tentativo di presentarsi, con le sue “sardine” come improbabile innovatore. Dicendo di voler combattere più l’effetto che la causa dei suoi stessi mali. I cadaveri nel percorso del PD nazionale per realizzare in democrazia il sogno della dirigenza egemone sono già tanti. Il più importante è la dignità nazionale, ai minimi storici in Europa, colpevole anche una politica migratoria che sta trasformando l’Italia in centro di accoglienza entro il quale la resuscitata potenza degli Asburgo di Germania e di Lorena pescherà a piene mani, al loro bisogno. Gli Italiani saranno i custodi di questo allevamento, che sarà anche brodo di coltura per i movimenti e partiti politici che guardano con nostalgia al passato coltivando l’amore verso l’agitazionismo di piazza, coadiuvante alle idee di trasformare il sistema a fini del proprio potere. Inevitabili le conseguenze che a voler guardare sotto il pelo dell’acqua scoprono i vuoti di idee di chi ci governa. Mino Martinazzoli, storico ex Segretario della DC, soleva dire che da una maggioranza governativa esce esattamente ciò che si mette. Limitarsi a scendere in piazza, sia pure sotto le mentite spoglie di un ectoplasma che non contesta il governo ma chi lo critica, dice che non c’è più nulla da mettere.

*giornalista

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