Estate amara?

Le splendide giornate di questo scorcio invernale, rischiano di riservarci momenti di vera emergenza. Quella idrica, in particolare. Oggi possiamo apprezzare uno splendido sole ed una temperatura, tutto sommato, mite per questo periodo. Ma gli imprevisti, purtroppo, sono dietro l’angolo. La siccità invernale, forse mai conosciuta prima, a breve farà necessariamente i conti con le esigenze delle popolazioni e delle campagne. La Sardegna, a causa delle drammatiche alluvioni del 2013 e dell’instabilità delle stagioni, si deve adeguare ad una norma paradossale ed iniqua. Il Governo e la Regione hanno imposto il cosiddetto “Piano di laminazione”. Di che cosa si tratta? Si tratta di un programma che prevede un limite, in determinati periodi dell’anno, di soglie di accumulo di acqua negli invasi, oltre il quale si potrebbero creare situazioni di pericolo per il territorio a causa del rischio alluvionale. In parole povere, secondo questo Piano, si tende a riversare l’acqua eccedente in mare, svuotando le dighe, al fine di tutelarsi nel caso di piogge abbondanti, che potrebbero determinare alluvioni incontrollabili. Come spesso capita, si è passati dal nulla al troppo. In questo caso, nel timore di possibili rovesci straordinari, gli esperti del niente hanno stabilito che è meglio tenere le dighe semi vuote. Gli scienziati del “Piano di laminazione”, però, nell’esclusivo e consueto esercizio dello scaricabarile, non hanno fatto i conti con le esigenze dei territori. Il fabbisogno potabile, quello irriguo, quello industriale e quello turistico passano in secondo piano. Meglio tenere i bacini al minimo, che rischiare che l’acqua (?) inondi le terre. Senza scomodare l’emergenza incendi. L’estate ci attende e, con essa, le ovvie e necessarie necessità. Oltre alle polemiche.

g.f.

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