La maledizione dei pastori sardi

Ancora lacrime e sangue per i pastori sardi. Non bastavano il Covid, i prezzi irrisori di latte, carne e lana, i costi di produzione, che arriva la mazzata da parte del Governo Draghi nella persona del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli. La ragione è molto chiara. Il Piano Strategico Nazionale della nuova Politica Agricola Comune (PAC) favorisce decisamente la zootecnia bovina, notoriamente appannaggio di grosse aziende, e condanna le piccole imprese di pastorizia locale. I nuovi provvedimenti, che si avvalgono anche di 10 miliardi di euro provenienti dal PNRR, prevedono due linee di attuazione. Da una parte, si favorisce l’acquisto di titoli per l’acquisizione di terreni, che rappresentano la grandezza di un’azienda e dalla sua capacità di spesa. Tutto ha origine dalla manovra di liberalizzazione nelle regioni delle quote di questi titoli, né più e né meno come era successo per le quote latte ed il conseguente collasso del settore che ne era derivato. Dall’altra, aumentano i premi per i bovini da carne e contestualmente si riducono i contributi per gli ovicaprini. La liberalizzazione di questi titoli, inoltre, consentirebbe a grandi aziende di altre regioni di occupare vaste aree di terreni con il solo scopo di accedere ai fondi europei, pur senza garantire l’effettiva attività di pascolo degli animali. In questo modo si renderanno disponibili molte superfici a vantaggio del settore bovino, che in Sardegna rappresenta una minima parte del patrimonio zootecnico. Per fare un paragone pratico, l’equivalente di cento bovini è rappresentato da ben settecento pecore; per i bovini viene pagato un premio di 240 euro a capo, per gli ovini, invece, solo 9 euro a capo. Senza considerare che, come è noto, per un gregge di settecento pecore è necessario il lavoro di almeno tre/quattro addetti, mentre per un centinaio di mucche da carne al pascolo l’apporto di una persona è più che sufficiente. Pertanto, il nuovo Piano voluto da Patuanelli, che verrà discusso con la Commissione europea presumibilmente il mese prossimo, prevede l’assegnazione dei premi destinati ai bovini e ai possessori dei titoli, mentre al comparto ovicaprino, già impoverito dall’attuale contingenza, rimarrebbero le briciole. Grazie all’azione di questo ministro, verrebbe svilito, se non cancellato irrimediabilmente, il patrimonio della pastorizia sarda. Qualcuno deve necessariamente intervenire.

g.f.

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