C’era una volta il MAB

Per molti è ancora un soggetto sconosciuto. Eppure il MAB, acronimo di “Man and the Biosfere”, cioè l’uomo e la biosfera, è uno straordinario programma scientifico intergovernativo avviato dall’UNESCO nel 1971. L’obiettivo è promuovere, su base scientifica, un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente, attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello sviluppo sostenibile. Il progetto MAB include le cosiddette “Riserve della Biosfera”, le quali comprendono ecosistemi terrestri, marini e costieri o una combinazione degli stessi. Le Riserve promuovono attività di cooperazione scientifica, ricerca interdisciplinare e sostenibilità ambientale nel pieno coinvolgimento delle comunità locali e, pertanto, rappresentano ideali modelli nell’ottica dello sviluppo sostenibile e della interazione tra sistema sociale e sistema ecologico. Per rendere l’idea, ci sono attualmente sparse per il mondo 727 Riserve, di cui 20 in Italia e una in Sardegna. Dunque, nella nostra regione, c’è una Riserva di Biosfera, riconosciuta dall’UNESCO nel 2017 e comprende l’intero Parco di Tepilora ed i territori di altri 13 comuni. L’area assorbe una vasto perimetro che abbraccia parte della Barbagia, della Baronia e della Gallura. Un patrimonio naturalistico ed ambientale inestimabile di oltre 160.000 ettari, caratterizzato da un suggestivo susseguirsi di montagne, fiumi, laghi e mare, che rappresenta un valore aggiunto per la nostra terra ed un’occasione unica di sviluppo locale e territoriale. Nata sotto buoni propositi e tanto interesse, grazie all’azione convinta dell’ex sindaco di Posada, Roberto Tola, ora la Riserva è finita nel dimenticatoio. Una bella cartolina, certo, ma oggi un po’ offuscata.

g.f.

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