Sardegna colonia

La Sardegna identificata come una colonia non è certo una novità. Da decenni, chi più chi meno, ma sicuramente in maniera disordinata, rievoca tale questione. Scelte e decisioni calate dall’alto rappresentano ormai la normalità. E le proteste a poco servono. Ora scende in campo con dichiarazioni forti il sindaco di Porto Torres Massimo Mulas. L’argomento riguarda l’energia ed, in particolare, il recente DPCM sul programma energetico nazionale. Mulas accusa il Governo di scarsa attenzione e di mancato coinvolgimento degli enti locali sulle scelte che si intendono adottare. “Portare il gas nella nostra regione – afferma il primo cittadino – è anacronistico ed insufficiente. Dovremo sempre dipendere da piattaforme esterne e addirittura da una cavo di collegamento proveniente dalla Sicilia. La totale assenza di una concertazione con i territori e con la popolazione sarda è l’ennesima prevaricazione dello Stato nei confronti della nostra Isola, considerata, appunto, alla stregua di una colonia”. Il sindaco di quella che fu l’antica Libyssonis ha ragione. Il suo territorio, che ha pagato un prezzo altissimo per favorire l’industria, non può oggi subire l’ennesimo torto, al pari di altri comuni sardi, vedendosi imporre per la produzione di energia l’utilizzo del gas metano, che nella maggior parte degli altri stati europei è considerato superato. Basta con il carbone, diciamo no al gas metano, favoriamo, invece, energie rinnovabili e soprattutto sostenibili. Il futuro della Sardegna non può essere, ancora una volta, esclusivo appannaggio di meri interessi nazionali.

g.f.

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