No alla bollitura

Il nuovo provvedimento che impone il trattamento termico del sughero mediante tecniche di bollitura, prima della movimentazione fuori dal territorio regionale di estrazione, ha diviso la Sardegna. La norma, proposta e presentata dai deputati sardi del M5S Alberto Manca ed Emiliano Fenu, raccoglie il consenso della Confindustria sarda; dall’altra, trova forti e determinati oppositori fra la maggior parte degli operatori sardi del settore sughericolo, appoggiati anche dalla ferma contrarieta’ del consigliere regionale Giovanni Satta, che di quel comparto è un riconosciuto esperto, e di diversi sindaci. L’obiettivo dell’iniziativa legislativa sarebbe, secondo i proponenti, la neutralizzazione, attraverso la sterilizzazione, del “coraebus undatus”, il coleottero conosciuto come “il perforatore della quercia da sughero”. Un processo di bollitura da effettuare sulle cortecce eliminerebbe la presenza dal dannoso parassita, a vantaggio della qualità del sughero nostrano. Ma, rapportato alla realtà, questo processo di sterilizzazione comporterebbe alla maggior parte degli estrattori sardi un ulteriore aggravio di spese e di sacrifici nella già lacerata economia regionale. Non c’è bisogno, infatti, sottoporre alla bollitura il prezioso sughero sardo per sopprimere il pericoloso coleottero. Sarebbe molto più efficace, oltre che più produttivo, intervenire con trattamenti di disinfestazione sulla pianta, prima della decortica, cioè durante il periodo della crescita. Farlo bollire dopo non avrebbe senso perché il sughero, se danneggiato, resterebbe danneggiato anche se “bollito”. Il sughero sardo, riconosciuto come il migliore al mondo qualitativamente, merita, in questo particolare momento, un’attenta ed approfondita protezione, che non può essere messa in discussione da scelte politiche forse un pò troppo frettolose. Ne andrebbe del futuro di decine di famiglie.

g.f.

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